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Francigena Soul

Via Francigena


Mettersi in cammino lungo i Cammini. Tra spiritualità e arte. «Non c’è dolore, sofferenza o esperienza amara – Per fare ordine nella propria vita, in grado di resistere alla pratica costante della camminata quotidiana. Il sentiero scioglie l’ansia, sgombrando gli scaffali della mente, pulendoli e rimettendoli in ordine (...). Sulla strada si ritrova la luce, talvolta la fede. E prima ancora della fede in un altrove, sarà fede nell’esistenza, negli altri e in sé stessi». Tratto da: “L’arte di camminare” di Roberta Russo. Queste parole di Roberta Russo nel suo ‘L’arte di camminare’, risuonano in me nel mio modo di vivere l’arte. Ritengo che ogni mostra, fiera, esposizione o installazione debba essere vissuta con un ‘andar lento’ fuori e dentro di noi. Fermarsi tutto il tempo necessario vedendo un’opera o camminare lungo i giardini di una Biennale, preparandosi alla prossima installazione, “..sciogliendo l’ansia, sgombrando gli scaffali della mente ..” è parte di una esperienza di condivisione e insieme intima, propria dell’andar lento, così intensa da cambiare il proprio modo di essere, vedere e vivere la vita. Il movimento lento e continuo che caratterizza il viaggio a piedi unito al contatto privilegiato con la natura ed il territorio, hanno ispirato e dato vita a diverse forme d’arte accomunate dalla passione per l’essere umano e la relazione con il divino, l’ambiente in cui si trova, l’altro e, anche, l’immaginazione. Dopo la mostra “Urban Soul” a Castelfiorentino dove gli animali sono stati realizzati in materiali plastici, teli da cantiere e altri materiali di recupero, nasce un nuovo progetto “Francigena Soul” dove le sculture animali sono realizzate con materiali naturali. In questa nuova serie di installazioni, l’artista Antonio Massarutto, si interroga sul rapporto tra uomo, natura, spiritualità, arte e i collegamenti che ci sono tra queste entità. Lui stesso si definisce un fautore dell’andar lento, “..soprattutto in questi periodi di Coronavirus ho sentito l’esigenza di perdermi, camminare con il mio cane per i boschi e lungo i sentieri; per me un percorso meditativo necessario alla realizzazione artistica. Nel cammino mi fermavo ad osservare rami a terra nei quali scorgevo muscoli, articolazioni, dinamismi degli animali che vivono queste terre. Questa è stata per me una potente fonte di ispirazione. Mi sono immaginato come un pellegrino che lungo il sentiero incontrasse altri viaggiatori a cui affiancarsi per affrontare una parte del viaggio, solo che questi altri viaggiatori erano ‘spiriti animali’; gli stessi che abitano questi luoghi.” Anche da questa riflessione di Massarutto (dove il termine spirito animale è usato come sinonimo di «animale totemico», cioè per identificare uno spirito-guida dalle sembianze di un animale, che guida, aiuta, e protegge una persona o un gruppo di persone), è nata l’idea di realizzare sette installazioni a tema animale, lungo i sentieri della Francigena. Creazioni che “incontrando i pellegrini” possano percorrere un tratto di sentiero assieme, diventando il trait d’union tra la natura, la spiritualità e l’arte. Un progetto artistico che va nella direzione di un “turismo sostenibile”, in un progetto che ci vede coinvolti nella valorizzazione del percorso turistico-culturale delle Vie Francigene. Il progetto infatti, riguarda la Via Francigena e gli altri cammini di pellegrinaggio di Castelfiorentino, Castelfranco di sotto, Fucecchio, Gambassi Terme, Montaione, San Miniato e Santa Croce sull’Arno. Sette comuni uniti in una azione artistica che sia anche strumento di sviluppo di turismo culturale, sostenibile e di partecipazione alla valorizzazione della diversità culturale Toscana. I luoghi delle installazioni sono stati individuati grazie alla sapiente conoscenza di Massimiliano Petrolo, naturalista e guida ambientale di Galleno che ha permesso di individuare i luoghi più suggestivi lungo la Via Francigena. Le opere che lo scultore Massarutto realizzerà lungo i camminamenti, appartengono alla corrente della Land Art. Questo movimento artistico è caratterizzato da un intervento diretto dell’artista sui territori naturali, come boschi, montagne, deserti, ecc. Anche le tematiche affrontate nelle opere della Land Art nascono quasi sempre dai luoghi dove le opere vengono realizzate. Si tratta sostanzialmente di un’espressione artistica, che entra in contatto con la natura di un luogo utilizzandone una parte (ad esempio pietre, tronchi, alberi, muschio, terra, sabbia, ecc.), mantenendone l’identità, per creare nuove forme e nuovi significati. Queste sette installazioni di Massarutto che raffigureranno animali autoctoni come cinghiali, volpi, lupi, caprioli ecc.. sono transitorie; nate da rami, arbusti, foglie raccolti lungo il cammino della Francigena, non sono create per restare. Queste opere sono concepite per mutare nel tempo fino a svanire, deteriorandosi secondo un ciclo vitale che è la natura stessa a stabilire. Imprevedibile è anche lo stesso spazio espositivo, per via dei numerosi agenti atmosferici che potrebbero intervenire… Ecco perché abbiamo deciso di avvalerci delle associazioni locali di fotografi per documentare e diffondere le installazioni: il linguaggio fotografico e il concetto di tempo diventano quindi parte integrante dell’intervento artistico di Massarutto. Nel contempo compare un elemento umano volto al recupero di sensazioni elementari e arcaiche. Possiamo ipotizzare che i popoli etruschi che abitavano queste terre, agli arbori della loro civiltà, idolatrassero entità dall’aspetto animale, parallelamente ai culti delle altre culture del mediterraneo. Sono anche queste presenze antiche ad apparire lungo questo cammino. Sette antiche divinità animali, sette spiriti animali, sette animali totemici, che si uniscono ai pellegrini nel loro andar lento lungo un tratto via francigena incontaminato, che snodandosi per campi e nei boschi, attraversa sette paesi anche in una visione di un «turismo di prossimità» che consiste nel partire camminando vicino a casa, «a ritmo lento – senza correre, per poter dialogare con lo spirito dei luoghi. Maria Vittoria Gozio curatrice della mostra.